La Donini di San Lazzaro: la normalità del bene

di Giovanni Lanzone

San Lazzaro di Savena, la scuola Donini è a pochi passi da un covid hotel adibito a centro di accoglienza per i rifugiati. Siamo nell’area metropolitana di Bologna. E’ la mattina del 7 di marzo, quando 12 bambini ucraini fanno il loro ingresso nel cortile della scuola. Davanti a loro schierati, come tanti piccoli soldatini, tutti bambini della scuola primaria con le bandierine e i palloncini, tutti gialli e azzurri, tutti cantano e agitano le bandiere. I bambini ucraini stanno in riga davanti a loro, un poco titubanti, le maestre consegnano i quaderni e gli zaini e comincia per loro questa strana normalità: lontani da casa, ma anche lontani da una guerra arcaica e sciagurata, mentre i cannoni e i missili sbriciolano le loro case. In classe ci sono i mediatori per aiutarli con la lingua e i nuovi amici per far loro compagnia. Il video della festa è commovente. A noi resta questo strano e triste orgoglio di essere italiani: triste perché non siamo riusciti a fare niente per fermare la guerra, orgogliosi perché in tanti angoli d’Europa, esattamente come a San Lazzaro, bellezza e bontà, nonostante tutto, sono vive.

Articolo © Giovanni Lanzone