Post Disaster Rooftops: Biennale di Venezia 2023
Fondato da Gabriele Leo, Gabriella Mastrangelo, Grazia Mappa e Peppe Frisino, Post Disaster Rooftops è un collettivo interdisciplinare la cui pratica interseca azioni spaziali, performative ed editoriali. La loro ricerca utilizza la metafora del disastro inteso come una lente territoriale per la comprensione di dinamiche e tensioni globali.
Nel 2022 Post Disaster Rooftops ha ricevuto il premio in kind di comunicazione e rebranding di Fondazione Italia Patria della Bellezza. Quest’anno, il 21, 22, 23 aprile a Taranto è andato in scena Post Disaster Rooftops EP04, realizzato per il Padiglione Italia alla Mostra Internazionale di Architettura – La Biennale di Venezia, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.
EP04 è una delle nove attivazioni site-specific di “Spaziale presenta”, la fase propedeutica alla realizzazione di “Spaziale: Ognuno appartiene a tutti gli altri”, progetto del collettivo Fosbury Architecture. Spaziale si fonda sulla visione che l’architettura sia una pratica di ricerca al di là della costruzione di manufatti e la progettazione sia sempre il risultato di un lavoro collettivo e collaborativo, che supera l’idea dell’architetto-autore. Lo “spazio” è inteso, in questa visione, come luogo fisico e simbolico, area geografica e dimensione astratta, sistema di riferimenti conosciuti e territorio delle possibilità. “Spaziale: Ognuno appartiene a tutti gli altri” sarà, all’interno del Padiglione Italia dal 20 maggio al 26 novembre 2023, la sintesi formale e teorica dei processi innescati nei 9 territori nei mesi precedenti, restituendo una diversa e originale immagine dell’architettura italiana nel contesto internazionale.
Il quarto episodio del progetto Post Disaster Rooftops interpreta i tetti come spazi urbani non convenzionali – sospesi tra pubblico e privato – liberi dalle principali forme egemoniche di controllo. Dai tetti della Città Vecchia di Taranto è possibile avere una ricognizione immediata degli effetti della crisi (ambientale, economica, sociale…) e, allo stesso tempo, immaginare collettivamente futuri alternativi attraverso continui slittamenti dello sguardo tra il reale e il possibile.
“L’Italia è una costellazione di territori fragili. – sottolineano i curatori, Fosbury Architecture – Per alcuni la catastrofe è un evento tristemente ciclico, per altri un futuro ineluttabile, per altri ancora parrebbe essersi già manifestata. Convivere con il disastro è un tema a cui architetti e progettisti non possono più sottrarsi, per immaginare progetti che tentino di confrontarcisi concretamente.”